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Piombo rovente, di Alexander Mackendrick

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Piombo rovente (Sweet Smell of Success) è un film del 1957 diretto da Alexander Mackendrick con Burt Lancaster e Tony Curtis.

Il protagonista del film, J.J. Hunsecker (Burt Lancaster) è un potente columnist del quotidiano The Globe la cui rubrica si occupa prevalentemente del mondo dello spettacolo che ruota intorno ai teatri di Broadway. I suoi articoli, che si basano soprattutto su pettegolezzi, sono molto temuti nell’ambiente, perché hanno il potere di far decollare o di distruggere una carriera. Uomo fondamentalmente cinico e freddo, Hunsecker ha qualche barlume di sentimento solo per la sua fragile e sottomessa sorella minore, alla quale è molto legato e di cui è patologicamente geloso. Quando la ragazza si innamora di un giovane chitarrista jazz, Hunsecker pubblica sul suo giornale un articolo pesantemente diffamatorio allo scopo di rovinare la reputazione del musicista, poi incarica il suo portaborse, l’agente pubblicitario italo-americano Sidney Falco (Tony Curtis), di toglierlo di mezzo, con l’aiuto di un poliziotto corrotto.piombo-rovente_poster

In questo film teso e senza fronzoli viene mostrato il lato oscuro del giornalismo, in particolare quello che ruota attorno a Broadway e ai suoi teatri, dove proliferano personaggi privi di scrupoli che mirano soprattutto al successo (la “teologia dei facili guadagni”, come la chiama la lucida segretaria di Hunsecker). Un giornalista di un foglio rivale del Globe è l’unico che nel corso del film ha uno scatto di orgoglio morale che lo porta a rivolgere dure parole a Sidney Falco, dopo che questi ha tentato di ricattarlo: (…) Hunsecker è la vergogna della nostra categoria professionale. (…) La mia rubrica è onesta e responsabile e tale resterà. Il tuo amico pubblica di tutto pur di rendere piccante l’immondizia che scrive. Diglielo da parte mia. Digli che, come te, ha la coscienza di uno scarafaggio e i principi morali di un gangster”. Quando si dice parlar chiaro…

Piombo rovente è uno dei più notevoli esempi di film noir, considerato nel suo genere come un piccolo classico, come lo testimonia questo giudizio tratto da Delitto per delitto, di M. Sebastiani e M. Sesti (Lindau, 1998): “Difficile ricordare un film in grado di portare lo spettatore di fronte allo spettacolo della ferocia e dell’umiliazione con eguale rapidità ed efficacia. Tratto da un racconto di Ernest Lehman, sceneggiatore per Wilder e Hitchcock, ha dialoghi che trasformano ogni scena in una colluttazione senza tregua ed è dotato di due protagonisti dallo spessore shakespeariano: Lancaster, il giornalista-imperatore che come un monarca incestuoso scruta la propria città corrotta; Curtis, il servo-giullare che sogna di pugnalare il suo padrone per prenderne il suo posto” (p. 150). Una delle numerose frasi-cult la pronuncia Hunsecker all’inizio del film per definire il suo rapporto con la città corrotta sulla quale esercita da anni la propria giornalistica influenza, New York: “Mi piace questa sporca città” (“I love this dirty town”).

Þ Curiosità.

1) Il titolo italiano è completamente diverso da quello in inglese e per certi versi addirittura migliore dell’originale (Sweet Smell of Success), blandamente metaforico ancorché foneticamente molto suggestivo. L’immagine del “piombo rovente” è densa ed efficace: il “piombo” è infatti innanzitutto quello delle pallottole (siamo pur sempre in un film noir), ma è anche quello dei caratteri mobili usati per stampare i giornali, attraverso i quali, talora, si distruggevano gli avversari. I caratteri di stampa, insomma, a dipendenza dei contenuti degli articoli dei giornali, sono potenzialmente distruttivi: come i proiettili.

2) Ma cosa aveva scritto di così terribile il perfido Hunsecker nella sua rubrica per distruggere la reputazione del jazzista di cui si era invaghita sua sorella? L’articolo totalmente falso e diffamatorio che ha compromesso la carriera dell’ignaro musicista iniziava così: “La marijuana del leader di un gruppo jazz da intellettualoidi dà un sentore poco di classe all’elegante locale dell’East Side dove suona. Non è un comportamento degno di un membro tesserato del partito. A Mosca non piacerà”. Colpito e affondato. Nell’America del maccartismo, l’accusa di essere un intellettuale di sinistra iscritto al partito comunista poteva rovinare qualsiasi carriera. Con l’aggravante, poi, del consumo di erba (tipico vizio, sembra suggerire il patriottico giornalista, degli “intellettualoidi”, come li chiama lui, necessariamente di sinistra e quindi automaticamente antiamericani). Da notare la sottile perfidia di quell’allusivo “A Mosca non piacerà”. Geniale.

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Trailer de Piombo rovente (1957) - Alexander Mackendrick © YouTube

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