Lo scoppio della guerra nell'estate del 1914 fu il risultato di diverse cause concatenate che avevano origine da molto lontano. Il risultato di questo complesso processo fu però un conflitto che nessuno dei contendenti avrebbe immaginato così lungo e devastante non solo per i soldati in trincea, ma per il mondo intero. {media load=media,id=29,width=850,align=left,list_link_titles=No,display=inline} La crisi del sistema di sicurezza A partire dal Congresso di Vienna, svoltosi nel 1815, la politica internazionale europea si basava sulla ricerca di un equilibrio del sistema di sicurezza collettivo europeo. Lo scopo del sistema di sicurezza era di impedire a uno Stato di istituire il proprio predominio sul continente. Prima del 1890, anno in cui avvenne la deposizione di Bismarck e la conseguente presa del potere da parte di Guglielmo II, la politica internazionale si basava principalmente sulle alleanze occasionali tra gli Stati. Queste alleanze avevano come unico scopo quello di sostenere gli interessi nazionali. Dopo il 1890 invece, si assiste a un progressivo aumento delle alleanze stabili. Cogliendo tutti gli Stati europei di sorpresa, la Germania rinuncia a rinnovare l’alleanza con la Russia, tanto voluta negli anni precedenti da Bismarck, mentre conferma quella con l’Impero austro-ungarico e con l’Italia nel 1891. A vent’anni esatti dall’unificazione della Germania possiamo assistere ai primi passi delle relazioni che andranno poi a creare la Triplice Alleanza. La Russia, d’altro canto, dopo il rifiuto del rinnovo dell’alleanza della Germania, nel 1892 si allea con la Francia per non rimanere isolata. La Francia, invece, contro le aspettative tedesche, stipula un Intesa cordiale nel 1904 con l’Inghilterra. Si creano così le basi per la formazione della Triplice Intesa. Lo spirito imperialista che pervase l’Europa a partire dal 1873 ebbe un ruolo fondamentale nella degenerazione del sistema di equilibrio europeo. Infatti la corsa alle colonie, come dimostrazione di potere e prestigio di una nazione, creò un forte clima di tensione e una preponderante crescita del pensiero nazionalista. Inizialmente la Germania resta a guardare gli altri paesi nella loro corsa alle colonie, sperando di trarre profitto dallo scontro dei loro conflitti extraeuropei, come ad esempio quello tra la Russia e l’Inghilterra in Persia. Guglielmo II predilige infatti una politica di espansione europea: per poter espandere il proprio dominio, per creare il “Lebensraum“, egli cerca di indebolire l’alleanza tra Inghilterra e Francia attraverso le dispute per le colonie. Questa strategia fallisce e come risultato si assiste a un rafforzamento dell’Intesa tra Francia e Inghilterra. L'angoscia tedesca dell'accerchiamento Nasce in questi anni il sospetto tedesco di poter essere accerchiati dalle alleanze nascenti della Triplice Intesa. La Germania tenta di dichiarare a questo punto l’indipendenza del Marocco, per cercare di porre un freno alle rotte commerciali franco-inglesi nel Mediterraneo venutesi a creare con la costruzione dello Stretto di Suez. L’accordo sulle delimitazioni nelle colonie indiane e persiane tra Inghilterra e Russia nel 1907 aumenta la paura per l’«Einkreisung». Nonostante tutti gli elementi destabilizzanti che abbiamo appena descritto, fino al 1911 vige comunque un relativo equilibrio fra le varie nazioni. Rimane però interessante notare come la Germania abbandoni in questi anni il suo progetto di creare una flotta marittima in grado di sfidare l’Inghilterra, e come la Russia debba assistere impotente all’annessione della Bosnia-Erzegovina da parte dell’Impero austro-ungarico. Agadir La crisi di Agadir nel 1911 riaccese le paure a livello europeo, limitando la possibilità degli stati di effettuare una politica di libera scelta. Si assiste dunque a un rinsaldamento delle alleanze e all'aumento degli effettivi militari: disposizioni che portarono alla formazione della “polveriera” destinata a esplodere nel luglio del ’14. Nel 1911 la Francia era intenta a eliminare i ribelli del regime del Marocco, quando i tedeschi collocarono una nave da guerra fuori dal porto della città, chiedendo concessioni in Africa centrale in cambio della possibilità di lasciare la "mano libera" alla Francia in Marocco. L’atto sciagurato sfidò non solo la Francia, ma l’Europa intera, e in particolar modo l’Inghilterra. La crisi fu infine risolta, ma il risultato fu un'ulteriore corsa agli armamenti. Si può dunque affermare che l’Intesa fece i suoi primi passi durante la crisi di Agadir con gli accordi navali franco-britannici. Guerre balcaniche e precipitazione dei sistemi di alleanze Le guerre balcaniche, iniziate del 1912, ebbero un ruolo considerevole nella precipitazione dei sistemi di alleanze. L’Italia, approfittando della crisi di Agadir per appropriarsi della Libia con un'invasione considerata da molti come un atto di brutale imperialismo, incoraggia i popoli balcanici a smantellare la dominazione ottomana, spingendo la Turchia fuori dall’Europa con la creazione della Lega Balcanica (principalmente tra Serbia e Bulgaria). La questione della sopravvivenza Ogni atto di “alta politica” sembrava ormai toccare un settore vitale, e le questioni di politica internazionale venivano sempre più concepite come una messa in questione della sopravvivenza di popoli interi. A sostenere questa visione fu in particolar modo l’influenza dello spirito neodarwinista dell’epoca, ovvero la tendenza a fare di interessi e tensioni di importanza secondaria questioni di vita o di morte. L’ossessione di essere costantemente minacciati e di sopravvivere all’accerchiamento era talmente radicata nell’opinione pubblica tedesca che nessuno si pose mai la domanda se questa situazione internazionale non fosse il prodotto della politica estera tedesca fondata sul ricatto e sulla malafede. L'alleanza franco-russa e l'avvicinamento alla guerra I tedeschi consideravano la Russia una forza imponente ma lenta nella mobilitazione e nelle offensive; giudicavano fondamentale sbarazzarsi velocemente della Francia, in caso di guerra, per potersi concentrare unicamente sulla Russia. Anche i francesi la pensavano allo stesso modo: l’importante era che la mobilitazione francese fosse accompagnata da quella russa, così da dover obbligare la Germania a dividere il suo esercito su due fronti, dimezzando il potenziale bellico tedesco. Si forma in questo modo l’idea di una guerra inevitabile imposta dall’altro. Inutili furono i congressi organizzati dalla Seconda Internazionale per tentare di salvaguardare la pace europea. Dopo la crisi di Agadir, infatti, covava nell’opinione pubblica la paura della cattiva volontà dell’altro. Si ricercano quindi i mezzi per consolidare il proprio sistema di alleanze e per giocare d’anticipo sul sospetto aggressore. {media load=media,id=28,width=850,align=left,list_link_titles=no,display=inline} L'attentato di Sarajevo e lo scoppio del conflitto Il conflitto tra la Serbia e l’Austria, in seguito all’attentato di Sarajevo, sfociò nel giro di poche settimane in un conflitto europeo e in uno scontro tra Francia e Germania. Il 28 giugno 1914 ci fu l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’impero Austro-Ungarico, da parte di un nazionalista serbo. Fino a quel momento la Francia non era intenzionata ad entrare in guerra, ma dal momento che comprese che dietro alle decisioni dell’Impero Austro-Ungarico c’era una forte pressione della Germania, capì anche che non poteva più aspettare. In quel periodo ci furono molti altri popoli sollecitati alla guerra: da anni le relazioni diplomatiche tra le diverse nazioni erano diventate complicate, e questo comportò un ulteriore aumento della tensione. Si può definire l’attentato di Sarajevo come la goccia che fece traboccare il vaso, prima che iniziasse la guerra. Quindi si può sostenere che l’attentato rappresenti non tanto il motivo della guerra, ma più che altro una ragione per poter iniziare una guerra a livello europeo. Furono chiamati a partecipare anche alcuni popoli extraeuropei, tra cui i dominions britannici (Australia, Nuova Zelanda) che combatterono per la propria madre patria. Dal punto di vista mentale le popolazioni non erano pronte al conflitto, perché non erano mai state confrontate con una guerra così grande. Nel Regno Unito non esisteva il servizio militare, perché secondo gli inglesi la guerra non poteva che riguardare un esercito di mestiere. Non ci fu una mobilitazione pari a quella delle altre grandi nazioni, anche perché in quei tempi c’era una grande divisione interna, a causa delle agitazioni sociali, del movimento femminista e della questione irlandese. Gli inglesi non vedevano alcuna ragione per essere coinvolti nel conflitto, ma quando capirono che dietro all’Austria c'era la Germania, iniziarono a capire l’importanza di partecipare alla guerra, perché non volevano che la Germania conquistasse l’intero continente. Questa decisione è stata ulteriormente sollecitata dall’invasione tedesca del Belgio. L’attentato di Sarajevo non provocò alcuna preoccupazione, perché tutte le grandi nazioni, tra cui la Germania, avevano dichiarato e garantito la neutralità belga. Il Belgio venne preso di mira dall’esercito tedesco per i suoi piani di attraversamento. Nessuno credeva che non si potessero mai realizzare, ma un “diritto di passaggio” da parte tedesca era difficile da impedire per i belgi. Il 2 agosto venne dichiarato l’ultimatum tedesco, che diede due possibilità al Belgio: poteva accettare il passaggio delle truppe tedesche, oppure entrare in guerra. Migliaia di belgi andarono a reclutarsi perché non volevano sacrificare il proprio onore, anche se la Germania godeva di forti simpatie, soprattutto nella parte cattolica. La Germania era la grande alleata dell’Austria-Ungheria. Come già detto in precedenza, nel 1910-11 si fece sempre più insistente l’idea di una guerra inevitabile, perché la Germania doveva difendere i propri interessi. Una delle più grandi paure era di dover combattere su due fronti: in altre parole, la realizzazione della paura dell’accerchiamento. Con la rottura delle relazioni diplomatiche con la Serbia da parte dell’Austria (25 luglio 1914), ci fu un grande entusiasmo guerresco, ma non bisogna comunque dimenticare le diverse manifestazioni socialiste contro la guerra. Prima dell’entrata in guerra serpeggiavano un certo nervosismo, oppressione, panico e tensione, perché gli uomini non erano mai stati confrontati con una guerra simile. Con il suo scoppio ci fu una grande liberazione di tensione. In Francia la situazione era completamente diversa. Un mese prima della guerra tutto era molto tranquillo, tanto che l’intero esecutivo fece un viaggio in Russia e in Scandinavia. Ci furono diverse dimostrazioni pacifiste contro la guerra, come in Germania, e molte persone scesero in piazza per protestare contro l'ipotesi bellica. L’ordine di mobilitazione, causato anche dalla notizia dell’invasione belga da parte dei tedeschi (1° agosto), fu una grande sorpresa per tutti, ma lo stupore si trasformò ben presto in una gran voglia di combattere per difendere il proprio paese. I contadini non dimostrarono alcuna esaltazione patriottica, ma solamente segni d’incomprensione e rassegnazione. Gli operai incominciarono a scioperare per protestare. Gli scioperi finirono con la mobilitazione. Da quel momento ci furono diverse manifestazioni popolari e la Russia fu invasa da un’ondata di patriottismo e germanofobia.